Come mangiare il peperoncino: la guida dell’esperto

Mangiare il peperoncino nel Belpaese è un’abitudine irrinunciabile, tanto antica quanto salutare. Il peperoncino, infatti, è un frutto già noto e apprezzato nell’antica Roma dove veniva considerato un simbolo di abbondanza e fertilità. Ingrediente versatile e insostituibile, il peperoncino insaporisce le nostre pietanze e aggiunge personalità alle ricette. Ma non solo.

In commercio possiamo trovarlo fresco, essiccato e in polvere: tre varianti non trascurabili, perché ognuna di loro dà un sapore particolare ai piatti e procura degli effetti molto diversi nell’organismo. Sui banchi dei supermercati è presente sott’olio o come crema a conferma della sua incredibile versatilità. Prima di scegliere il modo migliore in cui consumare questo alimento, è importante scoprire i suoi utilizzi in cucina e i possibili benefici per la salute.

Mangiare il peperoncino fresco

Se l’intenzione è aggiungere una piacevole croccantezza e carattere alle vostre pietanze, arricchire gli alimenti con un aroma intenso e un gusto deciso, la scelta dovrebbe ricadere sul peperoncino fresco. Non dovrete temere sapori troppo invadenti, perché nei negozi potrete trovare varietà diverse, alcune più delicate e altre decisamente più piccanti.

Il peperoncino fresco non contribuisce solo a impreziosire le insalate, i sughi e i secondi piatti, ma è anche un ottimo alleato per la buona salute. La capsaicina, il composto organico a cui si deve la caratteristica piccantezza, è presente in abbondanza nella varietà fresca ed è in grado di stimolare un’azione antinfiammatoria, antidolorifica e diminuire i livelli di colesterolo nel sangue.

Il peperoncino essiccato: quando usarlo in cucina

A differenza di quello fresco, il peperoncino essiccato ha un sapore più piccante e omogeneo; le sue note aromatiche tendono, infatti, a perdersi durante il processo di essiccazione. Il peperoncino secco può essere utilizzato per insaporire l’olio, aggiungendo quella una punta di piccantezza gradevole o nei condimenti dei primi piatti, come nella pasta, nelle vellutate o nelle zuppe.

  • Peperoncino fresco
  • Peperoncino essiccato
  • Peperoncino in polvere

Come il suo cugino fresco, anche il peperoncino essiccato è ricco di capsaicina e può quindi proteggere l’organismo della malattie infiammatorie e dai dolori cronici. Rispetto alla varietà fresca, però, il secco contiene meno vitamina C. Chi non ama gli alimenti troppo piccanti e saporiti, ma non vuole rinunciare a un tocco di carattere a tavola, potrà invece orientarsi sul peperoncino in polvere.

Molto più pratico da usare in cucina, perché più facilmente misurabile, può insaporire le pietanze senza appesantirle. La sua lavorazione fa sì che perda per strada la freschezza, il sapore intenso del peperoncino fresco e una buona parte di vitamine. Rimane comunque una fonte preziosa di capsaicina e di nutrienti essenziali.

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